martedì 23 luglio 2013

Strumenti musicali

Nella casa si suonavano diversi strumenti.
- Pianoforte
- Chitarra
- Melodica soprano
- Flauto dolce
Non so se me ne dimentico qualcuno.

Quadri

La casa vantava alcune opere d'arte. In tempi non sospetti tele di Dina Pala davano un tocco di classe al salotto. Venne poi l'epoca del pittore Carboni, da cui Picasso aveva tratto ispirazione per il suo periodo blu. Ultima zia Veronica, con il suo tocco naif: un'artista a tutto tondo. Il suo quadro sulla cassapanca era una autentica civetteria.

Piatti tipici

Nella casa la cucina non era affatto secondaria. Se nonna Collu diventava Regina assoluta della casa solo nei mesi estivi, lo era - incontrastata - tra i fornelli.
Mi limito qui ad un primo elenco dei piatti tipici:
- pane dorato
- pernice ad insalata (con molta-molta cipolla e pomodori)
- ravioli di ricotta fatti in casa
- polenta a rombi, condita con pomodoro e dolcesardo
- ripieno di pollo
- minestra di ceci
- carne lessa
- fatti fritti
- pipias de zuccuru (in estate, in quantità industriali)
- biscotti all'uovo (in estate, in quantità industriali)
- pomodori ripieni di riso (in estate, in quantità industriali)
- timballo di spaghetti con lo zucchero

lunedì 22 luglio 2013

L'odore della casa

La casa di via Regina Elena aveva una sua vita. Più o meno dal 1 luglio fino al 31 agosto, per due lunghi mesi entrava in una nuova dimensione, una sorta di sonno. Il silenzio, la tranquillità abitavano i suoi spazi, mentre gli abitanti si trasferivano nell'altra casa. Due mesi di riposo, forse era questo il suo segreto, che per due lunghi mesi poteva riposare, rigenerarsi, ripensare a quanto era accaduto nell'andito o in tinello in inverno o in primavera.
In quei due mesi la casa cessava di essere una repubblica. Ne prendeva pieno possesso una Regina  - nonna Collu - che entrava in totale sintonia con lei.
Noi a S'Archittu ci dimenticavamo della casa e vivevamo in un altro mondo, se mai parallelo. Avevamo la possibilità di una sorta di seconda vita.
Ma una volta almeno, durante l'estate, ci capitava di tornare.
Allora succedeva qualcosa di magico. Entrando dalla stradina, attraversando l'andito verso la cucina... la casa sprigionava il suo profumo. Emozionante, intenso, avvolgente.
Lo sento ancora quel profumo: vivo e appassionato. Non un semplice odore, quasi un abbraccio. Io penso che scaturisse dal rapporto intimo che in quelle settimane la Regina costruiva con la casa. Dalla conserva di pomodoro, dai pomodori ripieni di riso, da is pippias de zuccuru, dal giardino fiorito, dalla menta fresca, da quel silenzio tranquillo.
Era un richiamo: la casa ci aspettava. Mancava poco a settembre quando tutti saremo stati ormai pronti a ricominciare.

martedì 9 luglio 2013

Il '68 in via Regina Elena

Via Regina Elena 22 ospitava personaggi molto affascinanti. Dai Santoni a signora Ines, da Massimiliano Illotto ad Attilio, ognuno rappresentava un mondo diverso che si affacciava a quello rappresentato dalla grande casa, con esisti sempre molto creativi.
In via Regina Elena arrivò anche il '68, con tutto il suo fascino di novità, rotture col passato, critica e ribellione. A portarlo era Paola Simbula, ogni lunedì, da Cagliari, capitale lontana di un mondo più avanzato. Le chiacchiere finali, in cucina, prima del viaggio verso il treno, vere e proprie civili dispute tra Paola e mamma, mettevano a confronto ai nostri occhi due modelli di vita, non necessariamente alternativi, ma molto diversi tra loro. Mamma rappresentava la continuità, Paola l'innovazione, nuove sfide anche culturali. Un '68 piuttosto intellettuale, da teatro alternativo e pianoforte (Paola Simbula, la severissima insegnante di pianoforte: mai ho temuto più di lei un altro insegnante nella mia vita), qui i figli dei fiori c'entravano poco.

domenica 7 luglio 2013

Maria Montessori in via Regina Elena

Noi non lo sapevamo, ma Maria Montessori doveva essere passata da via Regina Elena, lasciando qualche "scintilla" del suo metodo. Nella casa infatti, venivano riprodotti dai bambini abitanti gli usi e i costumi degli adulti, con le dovute licenze, ma con molta precisione.
C'erano le "scuolicine", si poteva essere visitati da un "dottore", mangiare in un ristorante e dormire in un albergo, veniva anche celebrata la "messa", un falegname poteva costruire piccoli oggetti e burattini, venivano aperti negozi e supermercati, in alcuni periodi la frequenza di uscita dei numerosi giornali fu quasi quotidiana, laboratori di chimici producevano profumi o facevano esperimenti, era possibile anche partecipare alle elezioni. Insomma, un piccolo mondo molto simile a quello reale, dove gli adulti rimanevano fuori, o si affacciavano, in punta di piedi.