martedì 4 giugno 2013

Espressioni gergali

La casa di Arcidano disponeva di numerose espressioni idiomatiche e gergali che determinavano con precisione situazioni, luoghi, giochi.
Le stanze avevano un nome, alcuni comuni, altri specifici: tinello, studio, salotto/salone, cucina e cucinino, sottoscala, veranda, altraparte, studietto, soffitta...
Tra le espressioni va citata per prima: dopoditeame, determinante per stabilire l'ordine di lettura dei giornalini.
Tra i giochi: pinguini.

sabato 1 giugno 2013

81884

Al centro della casa c'era il telefono. Grigio, a disco, modello sip (ma Paola Simbula sempre un passo avanti a noi nella sua casa di Terralba aveva il modello bordeaux). Per molti anni è stato un oggetto riservato agli adulti. Poi, del tutto naturalmente, a tutti era possibile accedervi senza chiedere permesso. La cosa più normale era ricevere la chiamata per le visite ai malati, da segnare sull'agenda posta sul mobiletto del telefono, in rigoroso ordine di precedenza. La cosa più temuta erano le telefonate di signora Ines, che avrebbero rapito mamma per almeno un'ora.
Tuttavia il vero strumento di comunicazione, che permetteva una autentica privacy, era il telefono di su, bianco, oggetto di un designer molto raffinato. Il problema era di comunicare tra su e giù l'esatto momento del passaggio di comunicazione, l'inconveniente quando uno da giù prendeva il telefono interrompendo all'improvviso una comunicazione. Il che capitava spesso.
Il numero 8 è stato dominante. Siamo passati da 81884 a 8624 per finire a 88024. Peccato che nell'elenco telefonico scrissero per sbaglio 88014 quando gli elenchi telefonici servivano veramente. Ma questa è un'altra storia.